A cura del Dott. Vincenzo Bettoli e del Dott. Natale Schettini
La dermatite atopica è una patologia infiammatoria ad andamento cronico-recidivante che presenta un’elevata morbidità ed un notevole impatto sulla qualità di vita dei pazienti per la presenza di segni e sintomi, in particolar modo il prurito. La sua patogenesi è caratterizzata da un’alterazione della barriera cutanea e da una disregolazione della risposta immunitaria che concorre ulteriormente ad aggravare il danno strutturale a carico della cute. In condizioni normali, i corneociti, cioè le cellule dello strato più superficiale della cute, e i lipidi intercellulari costituiscono la prima linea di difesa nei confronti di agenti esterni e riducono la perdita d’acqua transcutanea. Nei pazienti affetti da dermatite atopica, al contrario, l’alterazione di tali strutture favorisce la xerosi e la comparsa di manifestazioni eczematose aumentando inoltre la suscettibilità ad infezioni batteriche tipicamente stafilococciche. Oltre all’utilizzo di agenti terapeutici mirati a contrastare il processo infiammatorio, nei pazienti affetti da dermatite atopica risulta quindi cruciale l’utilizzo di detergenti specifici e di sostanze idratanti/emollienti in grado di favorire il ripristino della barriera cutanea. Per quanto riguarda i detergenti, nei pazienti atopici bisogna evitare l’utilizzo di saponi a pH alcalino e di tensioattivi schiumogeni che promuovono un’alterazione dei lipidi intercellulari come i ceramidi e riducono lo spessore dello strato corneo. Al contrario l’utilizzo di tensioattivi privi di sapone e di syndet, cioè detergenti ottenuti sinteticamente in assenza del processo di saponificazione, favorisce un ripristino della barriera cutanea e della sua corretta idratazione riducendo di conseguenza la xerosi cutanea e la sintomatologia pruriginosa. Tali detergenti presentano un pH lievemente acido che concorre a creare l’ambiente ideale per la crescita del normale microbiota cutaneo riducendo in tal modo la colonizzazione batterica. Alcuni studi in letteratura dimostrano come l’utilizzo combinato di detergenti privi di saponi e di steroidi topici determini un più rapido miglioramento della dermatite probabilmente dovuto alla maggiore penetrazione dei principi attivi secondario all’aumentata presenza di acqua a livello dello strato corneo. Per quanto riguarda le sostanze emollienti/idratanti, l’utilizzo protratto di creme o unguenti a base di ceramidi e di sostanze in grado di legare le molecole di acqua quali urea, lattato, aminoacidi e acido ialuronico, è in grado di favorire un ripristino delle caratteristiche strutturali e funzionali dello strato corneo. Tali sostanze sono infatti in grado di limitare la perdita transepidermica di acqua e di ridurre la suscettibilità della cute a sostanze irritanti. Studi in letteratura dimostrano come gli emollienti siano in grado di potenziare l’efficacia degli steroidi topici concorrendo a ridurre i segni e i sintomi della malattia in maniera più rapida rispetto all’applicazione del principio attivo in monoterapia. Contribuendo a ripristinare e a mantenere l’omeostasi cutanea, le sostanze emollienti diminuendo il numero di flare di malattia. Ovviamente una corretta educazione del paziente è fondamentale per aumentare la compliance in quanto, come sottolineato dalle linee guida di numerose comunità scientifiche, solo l’applicazione protratta di emollienti, soprattutto nelle fasi di quiescenza di malattia, risulta funzionale a limitare le recidive di malattia.