Dermatite Atopica: Alimentazione e dieta

La dieta, come gli altri fattori di rischio, svolge un ruolo differente a seconda del caso specifico.

In circostanze normali (senza allergie), qualunque dieta di esclusione, eliminare certi cibi, NON ha portato ad alcun vantaggio nella cura della dermatite. Bisogna sottolineare che gli approfondimenti svolti fino a oggi non sono particolarmente accurati, sia dal punto di vista del campione, sia per quel che riguarda il metodo e i mezzi della ricerca

Una volta verificato se siamo o no allergici o intolleranti dimostrati, a qualche cibo in particolare, consci che l’obesità, sia nei bambini che negli adulti, è considerata fra i fattori di rischio della DA così come il fumo, la nostra dieta dovrà prevedere un consumo minimo di cibi infiammatori come:

Consigliamo inoltre di leggere con attenzione le etichette per scoprire se il prodotto contiene ingredienti che invece dovremmo evitare.

L’alimentazione influenza la dermatite atopica?
Qual è il ruolo del microbioma?

Il ruolo dell’alimentazione nella dermatite atopica è ancora dibattuto: pediatri e allergologi attribuiscono al cibo un ruolo fondamentale, mentre i dermatologi di solito danno più peso ad altri fattori.

Innanzitutto, le allergie alimentari possono contribuire a scatenare o peggiorare la dermatite atopica, perciò è importante evitare il cibo al quale si è allergici per migliorare i sintomi.

Studi più recenti hanno preso in considerazione altri aspetti legati all’alimentazione, in particolare il ruolo del microbioma e il funzionamento del sistema immunitario. Il microbioma è l’insieme di tutti i microbi (soprattutto batteri) che colonizzano normalmente alcune parti dell’organismo, come il naso, l’apparato digerente e la pelle.

Questi microbi convivono pacificamente con le nostre cellule perché collaborano ai processi dell’organismo e contribuiscono a difenderlo, ottenendo in cambio le sostanze nutritive di cui hanno bisogno per vivere. Il sistema immunitario, dal canto suo, tiene sotto controllo queste popolazioni batteriche, evitando che crescano troppo. Il microbioma intestinale, vale a dire i batteri amici che vivono nell’intestino, è profondamente influenzato dall’alimentazione: mangiare sano è fondamentale per mantenere in forma i nostri batteri.

Al contrario, un’alimentazione sbilanciata, troppo ricca di zuccheri, farina bianca, cibi industriali e bevande alcoliche, danneggia il microbioma intestinale, provocando problemi di digestione, carenze alimentari, produzione di tossine e infiammazione. Quando l’intestino si infiamma, le sue cellule non riescono più a bloccare le sostanze tossiche assunte con il cibo: le tossine possono entrare in circolo e attivare il sistema immunitario delle persone con atopia, scatenando una reazione infiammatoria che si manifesta sulla pelle (dermatite atopica) e a livello dell’apparato respiratorio (asma). Per contrastare questo meccanismo, è consigliabile seguire la cosiddetta dieta antinfiammatoria, caratterizzata da un adeguato apporto di grassi omega-3 e un basso contenuto di istamina.

Inoltre, la nostra pelle ha il proprio microbioma, coinvolto sia nelle sue funzioni normali che nei meccanismi dell’infiammazione. Lo studio di questi batteri e delle sostanze che producono potrebbe consentire in futuro lo sviluppo di nuovi farmaci per curare la dermatite atopica. Il microbioma intestinale e quello cutaneo potrebbero essere collegati tra loro più strettamente di quanto si possa immaginare. Infatti, l’alimentazione e l’attività dei batteri intestinali influenzano la composizione dello strato esterno della pelle, specialmente il suo contenuto di ceramìdi, un tipo di grassi fondamentale per la funzione di barriera. I batteri che vivono sulla pelle (microbioma cutaneo) risentono della presenza di questi grassi e sono capaci di metabolizzarli.

Lo studio del microbioma è solo all’inizio, ma queste prime scoperte fanno ben sperare: comprendere il complesso rapporto tra il nostro organismo e i batteri che lo abitano potrebbe consentire di sviluppare farmaci più efficaci e diete mirate per curare la dermatite atopica.