L’alimentazione è uno dei fattori che più fortemente incidono sull’accrescimento, sullo sviluppo fisico e mentale e in generale sulla nostra vita.
Viviamo in un tempo in cui è facile ottenere ogni genere di informazione, un click su un sito ed ecco tutti a conoscenza dello scibile! E poi articoli su ogni rivista, trasmissioni tv, messaggi su ogni media.
Ci imbattiamo in un nutritissimo numero di guru che si inventano regimi alimentari più o meno rigidi in grado di guarire ogni malattia! Affermazioni straordinarie che richiedono dati di supporto straordinari che, se privi di studi scientifici o statistiche diverranno privi di valore.
Ogni guru ha il suo nemico giurato: ora le farine, poi i grassi, poi i carboidrati: che spavento e confusione sotto il nostro cielo! Cominciamo a parlare con chiunque ci ascolti e tutti loro ci daranno consigli dagli effetti miracolistici.
Sembra troppo bello per essere vero! Probabilmente non lo è.
Il guru è eclettico e si cela sotto gli abiti del vostro vicino rimesso al mondo da beveroni magici, oppure può essere un blasonato professionista o anche il tassista di mattina e nutrizionista di pomeriggio…
- Esistono libri che parlano di dieta e psoriasi?
- Quali sono i punti forti di un’alimentazione corretta?
- Esiste una relazione tra dieta e psoriasi?
- I benefici della dieta mediterranea
- La nuova piramide alimentare
- Lo stile di vita può incidere sull’alimentazione?
- L’intestino, il nostro secondo cervello
- Il cibo può agire come un farmaco?
- Le intolleranze alimentari
- Farmaci e dieta: effetti collaterali
- Psoriasi e obesità
- Conclusioni
Esistono libri che parlano di dieta e psoriasi?
Possiamo trovare siti su siti che elargiscono diete miracolose per curare la psoriasi come anche libri su libri che titolano “Come guarire la psoriasi con l’alimentazione”. Tra i più famosi:
- John Pagano – “Guarire la psoriasi – un metodo naturale”.
- Jean Seignalet – “Alimentazione ovvero la terza medicina” nel quale afferma che seguendo una certa alimentazione, una forte percentuale di pazienti migliora o guarisce da decine di patologie, compresa la psoriasi (su 72 pazienti: 45 remissioni complete, 15 remissioni 50-90%, 12 insuccessi).
Lo stesso titolo si ripete per dozzine di altre patologie. La Dott.ssa Caterine Kousmine negli anni 30 mette a punto una dieta che parrebbe miracolosa per la sclerosi multipla.
Quali sono i punti forti di un’alimentazione corretta?
Gli esseri umani hanno bisogno di una grande varietà di nutrienti e eliminare intere categorie di alimenti dalla dieta quotidiana potrebbe creare conseguenze anche gravi.
Oggi sono quasi scomparsi dalla nostra tavola alimenti indispensabili alla salvaguardia della nostra salute quali cereali completi, oli spremuti a freddo mentre è smisuratamente cresciuto l’uso di alimenti insaccati, conservati, precotti, cibi raffinati come zuccheri e farine.
Per una dieta bilanciata è necessario apportare al nostro corpo una quantità consigliata di nutrienti utili a:
- Supportare la crescita.
- Mantenere il peso corporeo.
- Prevenire lo sviluppo di malattie associate ad eccessi o carenze alimentari.
Per una nutrizione ottimale dobbiamo assumere un’adeguata tipologia di alimenti che permettano di:
- Ottimizzare e potenziare le funzioni fisiologiche di ogni individuo.
- Assicurare la salute ed il benessere.
- Rendere minimo il rischio di malattia.
Esiste una relazione tra dieta e psoriasi?
La psoriasi è una malattia cronica multifattoriale autoimmune infiammatoria (per approfondire sulla patologia) la cui genesi dipende da fattori genetici, ambientali e comportamentali: l’alimentazione è una tessera di un complesso puzzle.
L’idea di cambiare positivamente il decorso della malattia attraverso l’alimentazione ha sempre stimolato l’attenzione degli studiosi che hanno incentrato le loro ricerche e approfondimenti su questo argomento.
Gli studi condotti per definire la relazione tra dieta e psoriasi hanno spesso portato a risultati contraddittori che hanno comunque permesso di valutare alcuni aspetti prima considerati marginali quale, molto importante, la relazione tra psoriasi e peso corporeo o l’errore di valutare la psoriasi come malattia dei “sani” mentre i pazienti sviluppano comorbidità cardiometaboliche, ipertensione, diabete, spesso determinate dallo stile di vita adottato dai pazienti per “sfuggire” alla malattia.
Per molti medici interpellati, seguiti in convegni, la piramide della dieta mediterranea resta il migliore suggerimento seppure con qualche aggiustamento.
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I benefici della dieta mediterranea
Il termine dieta deriva da greco “δίαιτα” che significa equilibrio, stile di vita. Oggi la utilizziamo dandole un significato inesatto intesa come regime ipocalorico per riduzione del peso corporeo o modifica del regime alimentare in conseguenza di una patologia. Fu un fisiologo americano – Ancel Keys – durante la seconda guerra mondiale al seguito delle truppe alleate prima a Creta e poi a Paestum, ad intuire i benefici per la salute dello stile alimentare dei popoli che si affacciano sul mediterraneo, e, a seguito di un accurato studio epidemiologico “Seven Countries Study” (Usa, Giappone, Olanda, Finlandia, Jugoslavia, Italia, Grecia) arrivò alla conclusione che i Paesi del Mediterraneo avevano livelli di colesterolo molto bassi e bassa incidenza di infarto miocardico.
Ma in cosa consiste la dieta mediterranea?
Ci arriva dall’antica triade greca:
- ulivo
- grano
- vite
a cui si aggiunsero:
- carni
- pesce
- verdure.
Si tratta di un regime alimentare basato su cibi stagionali, quindi freschi, pochi grassi saturi (latte intero, panna, insaccati, fritti) a favore di grassi polinsaturi (olio di oliva, pesce, cereali, legumi).
Comprende:
- 3 pasti
- 2 spuntini
- esercizio fisico.
OMS e FAO suggeriscono il consumo di almeno 400 gr di frutta e verdure al giorno in 5 diversi momenti della giornata.
Se volete approfondire sul tema dell’obesità e alimentazione potete dare un’occhiata all’intervento del Dr. Andrea Conti al convegno “C’è cibo e cibo”.
La NUOVA piramide alimentare
Come puoi vedere, alla base della nostra nuova piramide alimentare, ci sono 3 elementi fondamentali che spesso non vengono considerati ma sono estremamente importanti a sostegno della dieta: la convivialità, l’acqua e l’esercizio fisico. Di questi, una menzione particolare merita l’elemento più importante per la vita, l’acqua. Scopri di più sul ruolo dell’acqua all’interno della piramide alimentare.
In generale, se soffri di psoriasi, questi sono gli alimenti da limitare e quelli invece da preferire:
Alimenti da limitare:
- glutine
- pane bianco o raffinato (sostituire con gallette di riso, etc)
- zuccheri raffinati
- caramelle, dolciumi (sostituire con frutta secca – fico, uva, dattero, etc)
- bibite gassate o zuccherate
- cibi pronti
- salumi ed insaccati
- margarina
- latticini (esclusi yogurt e parmigiano stagionato oltre 36 mesi)
- caffè e tè con parsimonia
- sale (sostituire con capperi, erbe aromatiche, spezie, alghe)
- cioccolato fondente.
Alimenti da preferire:
- riso
- grano saraceno
- sesamo
- tapioca
- quinoa
- olio di oliva extravergine spremuto a freddo
- semi oleosi (noci, mandorle, nocciole)
- pesce (salmone, aringhe per il loro contenuto di omega 3)
- vegetali come risorse di fibre
- frutta senza eccedere per il contenuto di zuccheri.
Come già detto verdure e frutta debbono essere consumati freschi per apportare al nostro fisico la giusta quantità di sali minerali e vitamine.
Esempio: sodio contenuto in 100 g di piselli freschi 1 mg, in piselli in scatola 230 mg.
In questi alimenti freschi puoi trovare il giusto apporto di vitamine:
- vitamina C: agrumi, fragole, kiwi, ribes nero, cavoli, pomodori
- vitamina A: carote, spinaci, melone, pesche, tarassaco, tuorlo di uovo, latte, burro, olio di fegato di merluzzo, fegato di vitello
- vitamina D*: uovo intero, sardine, aringhe, frattaglie di pollo, olio di fegato di merluzzo, latte e derivati
- vitamina E: olii vegetali spremuti a freddo, frutti oleosi (noci, nocciole, mandorle)
- vitamina B12: pesce, latte, uovo, verdure verdi in foglia, riso, lievito di birra, frattaglie.
*Un recente studio (Gisondi) ha evidenziato che i soggetti con psoriasi mostrano i livelli medi di Vitamina D significativamente ridotti rispetto alla popolazione generale (81 casi su 145).
Mentre i sali minerali si trovano in abbondanza nei seguenti alimenti:
- calcio: latte e derivati, legumi secchi, frutti oleosi, pesce azzurro, semi di sesamo
- magnesio: cereali completi, semi oleosi, legumi, cacao, fichi, datteri
- potassio: frutti secchi (albicocche, fichi, uva passa), frutti oleosi, lievito di birra, cavoli, carote, pomodori, patate, funghi, banane, mele, tonno
- sodio: albumi, alghe, sardine, sedano
- fosforo: lievito di birra, albumi, frutti oleosi, legumi, latte e formaggi, pesce, carni, pollami
- zolfo: cavoli, cipolle, aglio, asparagi, porro, radicchi, pesce, uova, carne, fagioli, ceci.
Lo stile di vita può incidere sull’alimentazione?
Ma i cibi non esauriscono da soli la piramide alimentare della dieta mediterranea, che si traduce, in concreto, in un certo modo di vivere, di essere: la socializzazione e la condivisione della tavola – sinonimo di apertura e dialogo, la moderazione, inventiva e amore nel cucinare, il rispetto per i tempi e i cicli della natura, tutti insieme costituiscono il patrimonio che può contrastare malattie croniche e che può incideresulla qualità della vita.
Il termine qualità della vita correlata alla salute si riferisce, secondo l’OMS, genericamente al benessere (emotivo, sociale e fisico) di un individuo ed alla sua capacità di adempiere ai compiti della vita quotidiana in maniera soddisfacente.
L’intestino, il nostro secondo cervello
Oltre all’alimentazione occorre curare l’intestino, ritenuto colpevole di ogni male, soprattutto di patologie infiammatorie e autoimmuni come la psoriasi.
Negli ultimi anni, continuando a studiare i meccanismi con cui funziona il nostro corpo, si è arrivati a capire che il ruolo dell’intestino nell’organismo umano è molto più importante di quanto inizialmente si pensava (era considerato una struttura periferica atta a svolgere funzioni marginali).
Ecco che allora si sente sempre più spesso parlare di questo organo come di un secondo cervello.
Lo afferma Michael, D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, autore del bestseller “Il Secondo Cervello” :
“Basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, l’intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio. E non a caso le cellule dell’intestino – spiega l’esperto americano – producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere.”
Negli ultimi anni le ricerche scientifiche hanno capito che il ruolo del microbiota intestinale (la flora batterica intestinale) è di fondamentale importanza per la nostra salute perché si occupa di diverse cose:
- regola la digestione dei cibi e l’assorbimento dei nutrienti fondamentali
- difende dagli agenti patogeni
- produce ormoni
- è costantemente in contatto con il sistema nervoso centrale.
La chiave di stress, ansia e tensione è nella pancia. La verità è che la nutrizione influenza il nostro pensiero e la nostra mente inconscia in maniera determinante, oltre a mostrare un collegamento diretto con lo sviluppo di quasi tutte le malattie.
Una persona normale nel corso della sua vita accumula residui tossici e scorie che normalmente vengono eliminati attraverso reni, polmoni, intestino quindi un suo malfunzionamento o blocco è nocivo per il benessere e occorre una costante pulizia interna.
Sconsigliati per l’intestino sono gli alimenti raffinati (farine, zuccheri, latte) che creano una pellicola alle pareti che trattiene nutrimenti fondamentali all’organismo.
Il cibo può agire come un farmaco?
La verdura assicura un buon apporto di vitamine, sali minerali e fibra, quest’ultima molto importante per la regolazione delle funzioni intestinali, oltre a ridurre l’assorbimento di grassi e zuccheri. Un potente effetto anti-ossidante lo svolge l’olio extra-vergine d’oliva. La frutta secca in guscio è ricca di vitamine e sali minerali ma è anche ricca di grassi insaturi che aiutano a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue e quindi a prevenire l’aterosclerosi. Le proprietà dei legumi sono note da tempo, ricchi come sono di proteine vegetali e di fibre.
La dieta mediterranea si associa ad un diminuito rischio di Alzheimer. Il consumo suggerito di frutta e verdure fresche si associa ad una riduzione del rischio di patologie cardiovascolari, rallenta il processo di invecchiamento e contrasta le infiammazioni.
Viene spontaneo domandarsi: ma allora il cibo può essere un farmaco?
“Fate sì che il cibo sia la vostra medicina e la medicina sia il vostro cibo” 390 A.C. Ippocrate
“Il medico del futuro non prescriverà medicine, ma farà sì che i suoi pazienti si interessino della cura della loro costituzione, della dieta, delle cause e della prevenzione delle malattie” – Inizio XX secolo Edison“… la medicina venne distinta in tre branche: una curava con le buone regole del vitto, l’altra coi medicamenti e la terza infine con la chirurgia… delle tre parti di cui è composta la medicina, quella che cura le malattie mediante il vitto, pure essendo la più difficile è anche la più splendida…” Aulo Cornelio Celso – medico
Consideriamo allora gli alimenti sotto un altro aspetto, quello nutraceutico.
La parola deriva dalla fusione dei termini Nutrizionale e Farmaceutico, e viene utilizzata per indicare componenti di alimenti che forniscono importanti benefici per la salute dell’uomo non solo in termini curativi ma anche preventivi.
Gli antiossidanti sono sostanze in grado di neutralizzare i radicali liberi e proteggere l’organismo dalla loro azione negativa.
Nelle cellule del nostro corpo si formano questi prodotti di scarto a causa di vari fattori come l’inquinamento, il fumo, alcuni farmaci, i raggi UV e tanti altri. Se non viene instaurato un equilibrio tra i radicali liberi e le sostanze in grado di contrastarli, chiamati antiossidanti, l’effetto ossidante dei radicali liberi può portare o accelerare varie malattie come Alzheimer, Parkinson, calvizie, malattie infiammatorie, patologie cardiovascolari e invecchiamento.
Si viene a determinare un danno che a lungo andare procura una progressiva usura del corpo e della mente.
Le intolleranze alimentari
Le intolleranze alimentari sono una reazione lenta, subdola e progressiva dell’intestino che non tollera l’ingestione massiccia di certi cibi. A differenza delle allergie, le intolleranze si manifestano gradualmente e non in modo violento, e sono sempre associate alla quantità dell’alimento che viene ingerita.
E i test per le intolleranze?
“Sono pochissimi quelli scientificamente provati su basi genetiche come quello del lattosio e parzialmente quello della celiachia la cui positività non basta a diagnosticare la malattia.”
Dott. Silvio Nanni
Farmaci e dieta: effetti collaterali
Ci sono alimenti che possono interagire con dei farmaci oppure vanificare terapie o aumentare effetti collaterali? Gli alimenti possono influenzare l’efficacia e l’effetto terapeutico di un farmaco.
L’alcol, ad esempio, può amplificare o ridurre l’effetto di molti medicinali psichiatrici.
Il succo e i semi di pompelmo andrebbero evitati se si assumono farmaci come ciclosporina, chinino (anti-malarico), e alcuni farmi calcio-antagonisti, antistaminici o per l’ipertensione.
La liquirizia, se assunta con farmaci usati per trattare l’insufficienza cardiaca o le anomalie del ritmo cardiaco, può rendere anche inefficaci i farmaci per la pressione arteriosa o i diuretici.
La caffeina contenuta nel cioccolato può anche interagire con alcuni stimolanti potenziandone il loro effetto, o può contrastare l’effetto di sedativi-ipnotici.
Se si assumono anticoagulanti bisognerebbe evitare il mirtillo, aglio e zenzero che aumentano il rischio del sanguinamento, banane, uova, latte e derivati che possono contrastare gli antibiotici.
Molti farmaci, inoltre vanno assunti lontano dai pasti.
A questo link puoi consultare un documento medico sugli effetti del cibo con i farmaci.
Psoriasi e obesità
E’ noto che i pazienti affetti da psoriasi sono spesso in sovrappeso rispetto alla popolazione in generale e frequentemente obesità. Scopri di più sul legame tra psoriasi e obesità.
Il controllo del peso corporeo è molto importante perché può influire sulla scelta delle terapie sistemiche e sulla loro efficacia.
La perdita di peso e una corretta alimentazione unite a esercizio fisico possono contribuire a diminuire la gravità della patologia, ridurre le recidive.
Conclusioni
Tirando le somme, possiamo concludere che:
- l’approccio dietetico è fondamentale nel paziente psoriasico per ottimizzare l’efficacia della terapia
- è consigliato ridurre il peso nei soggetti a rischio obesità
- è meglio preferire la dieta mediterranea
- non bisogna avere fretta: si avranno risultati stabili a lungo termine.
L’impatto a lungo termine di una dieta rimane, comunque, ancora da esplorare.
Un ultimo suggerimento: per mantenersi in forma è preferibile fare una colazione abbondante al mattino in modo da ridurre la quantità di cibo consumato nelle altre ore della giornata (pranzo e cena).