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Psoriasi e Reumatologia. L’artrite psoriasica: una artrite infiammatoria cronica associata alla psoriasi

a cura della dott.ssa Nazzarena Malavolta- Reumatologa

Una revisione della letteratura sull’epidemiologia dell’artrite psoriasica ha mostrato che la prevalenza mondiale di questa affezione varia dallo 0.1% al 1%.
La prevalenza dell’artrite psoriasica nei pazienti affetti da psoriasi è del 19.7%, con il 21.6% negli adulti e il 3.3% nei bambini.
La percentuale di pazienti affetti da psoriasi con artrite psoriasica varia a seconda della geografia e dell’etnia della popolazione di riferimento, con il 22.7% in Europa, il 19.5% in Nord America, il 21.5% in Sud America, il 15.5% in Africa e il 14% in Asia. Possiamo dire che rappresenta circa il 20-30% dei pazienti.
L’artrite psoriasica fa parte del gruppo delle spondiloartriti sieronegative.
Le manifestazioni cliniche dell’artrite psoriasica sono molto varie e possono evolvere da un fenotipo all’altro nel corso del tempo. La patogenesi e l’eziologia non sono completamente spiegate, sono l’espressione di interazioni fra fattori ambientali e genetici.
Oggi si parla di malattia psoriasica più che di artrite psoriasica perché si tratta di una condizione clinica che va ben oltre il coinvolgimento delle singole articolazioni potendo coinvolgere più domini quali cute, intestino, occhi e altre condizioni che sottendono la sindrome metabolica.
Le principali comorbidità che si possono associare all’artrite psoriasica sono l’ipertensione arteriosa sistemica, la steatoepatite non alcolica, il diabete, l’obesità, la dislipidemia, tutte condizioni che
vanno ad aumentare il rischio cardiovascolare che è un rischio molto elevato nei pazienti con artrite psoriasica.
Ci sono poi dei fattori di rischio genetici come l’HLA B 08 che si associa ad un fenotipo con coinvolgimento articolare periferico, l’HLA B 27 che si associa prevalentemente a un coinvolgimento assiale, l’HLA B 38 e l’HLA B 44 che si associano a un fenotipo articolare aggressivo con erosioni ossee l’HLA B 39 e l’HLA C 06 associate ad un fenotipo più lieve di malattia.
A questi si associano fattori di rischio clinici quali la superficie cutanea interessata dalla psoriasi e l’obesità. Maggiore è la superfice corporea interessata dalla psoriasi, maggiore è la prevalenza dell’artrite psoriasica.
Anche l’obesità sembra aumentare il rischio di artrite psoriasica.
Fattori di rischi ambientali sono rappresentati da processi infettivi, fumo di sigaretta, sollevamento di carichi pesanti, traumi meccanici, e alterazione del microbiota intestinale: questi fattori di rischio associati a quelli genetici e clinici contribuiscono alla patogenesi dell’artrite psoriasica.
Attivazione delle cellule presentanti l’antigene attraverso la stimolazione di recettori Toll-Like (TLR) che determinano la stimolazione delle cellule CD8 positive con una aumentata produzione di citochine pro infiammatorie, in particolare Interleuchina (IL) 12 Interferon alfa, IL 23, IL 17, IL2, TGF Beta, IL10, TGF Beta che promuovono l’infiammazione sistemica e il danno articolare.
Questa cascata citochinica determina sia a livello dell’entesi che a livello articolare condizioni per cui si verifica aumento della produzione ossea con attivazione degli osteoblasti, sia erosioni ossee con attivazione degli osteoclasti.
Un attore fondamentale è la citochina IL 17 che è in grado di stimolare sia la neoapposizione ossea che l’attivazione osteoclastica con l’erosione ossea. La IL 17 svolge un ruolo fondamentale anche nella sinovite quindi nella vera e propria artrite come pure a livello dell’entesite, infatti fattori ambientali, alterazione del microbiota, stress meccanici, a livello dell’entesi determinano micro danno cartilagineo e infiammazione.
Per classificare una artrite psoriasica abbiamo i criteri CASPAR. Al momento della valutazione clinica i punti da considerare sono: psoriasi o storia personale o familiare di psoriasi, onicopatia psoriasica, negatività del FR, dattilite presente o storia di dattilite ed evidenza radiologica di neo apposizione ossea, una artrite psoriasica è classificata tale quando ci sono almeno 3 di questi criteri.
Oltre che esserci le manifestazioni articolari, ci possono essere manifestazioni extraarticolari quali infiammazione intestinale, uveite, epatiche, renali e aumentato rischio cardiovascolare.
Le manifestazioni articolari prevalenti sono varie ed eterogenee e possono essere:

  • Oligoartrite asimmetrica, che coinvolge meno di 5 articolazioni
  • Poliartrite solitamente simmetrica con caratteristiche cliniche simili a quelle dell’artrite reumatoide
  • Artrite distale caratterizzata dal coinvolgi-mento prevalente delle articolazioni interfalangee distali
  • Artrite mutilante caratterizzata da una grave forma destruente
  • Spondiloartrite con sacroileite e spondilite che si verifica con o senza interessamento articolare periferico.


Il paziente affetto da artrite psoriasica ha un peggioramento della qualità di vita in termini di partecipazione alla vita sociale, ansia, depressione, disconfort, disturbi del sonno, depressione.
Qualche cenno di terapia dettato dalle raccomandazioni EULAR e dalle raccomandazioni GRAPPA a seconda dell’interessamento cutaneo e articolare e delle comorbidità concomitanti:

  • FANS (Farmaci Antiinfiammatori non Steroidei)
  • MTX (Methotrexate) glucocorticoidi
  • antiTNF (anti Inibitori del Fattore di Necrosi Tumorale)
  • anti IL17 (inibitore della Interleuchina 17) – anti IL12/23
  • anti IL 23 (inibitore della Interleuchina 23), – anti Jak (Jak inibitori)
  • PDE4 inibitoridella fosfodiesterasi 4

    L’artrite psoriasica è una patologia estremamente eterogenea, può presentarsi con una pletora di manifestazioni cliniche, articolari ed extra articolari. L’etiopatogenesi è complessa e deriva da una interazione tra fattori ambientali e genetici. Può compromettere notevolmente la qualità di vita del paziente. Abbiamo oggi un notevole armamentario terapeutico per il management dell’Artrite Psoriasica. Una diagnosi precoce ed un adeguato trattamento sono fondamentali per la corretta gestione del paziente con artrite psoriasica, al fine di prevenire il danno articolare, la disabilità e le molteplici ripercussioni sullo stato di salute globale .

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