Rispondiamo alla domanda con l’aiuto della dott.ssa Silvia Ferrucci, dermatologa della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano (MI)
La dermatite atopica (DA) è una patologia cronica infiammatoria caratterizzata da manifestazioni cliniche eczematose e una distribuzione variabile, ma caratteristica, in ogni fascia di età. La DA si può manifestare con eczema acuto (vescicola, eritema e siero) o cronico (cute spessa, lichenificata e desquamante) con diversi livelli di gravità che va da forme localizzate più frequenti negli adulti a forme estese/eritrodermiche. All’eczema si associa prurito, e a volte il dolore e/o il bruciore, presenti quasi tutti i giorni e che ostacolando il riposo notturno. L’eczema, spesso presenti in sede visibili, e la sintomatologia associata determinano un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita. Tale condizione è aggravata dalla possibile associazione con altre forme di atopia come asma e rino-congiuntivite. La DA è più frequente nei paesi occidentali, colpisce il 15-20% dei bambini e l’1-10% degli adulti in tutto il mondo. Data la presentazione così varia dell’DA, è spesso difficile fare una diagnosi certa, soprattutto quando inizia in età adulta. La DA si associa a numerosi fattori che possono predisporre allo sviluppo della dermatite allergica da contatto (DAC) che costituisce una importante comorbidità e un potenziale fattore di recidiva/aggravamento della DA nella pratica clinica. Per questo motivo è molto importante che i prodotti da utilizzare per la detersione e l’idratazione vengano consigliati dal dermatologo assieme alla terapia topica antinfiammatoria specifica (cortisonici, inibitori della calcineurina).
Nelle forme moderate grave che non rispondono alla terapia topica è indicato il passaggio alla terapia sistemica con ciclosporina che è l’unico farmaco tradizionale con indicazione per la terapia della DA dai 16 anni in su.
La ciclosporina comunque richiede un monitoraggio degli esami ematici pre e durante la terapia e non può essere prescritta a tutti i pazienti. I corticosteroidi orali hanno il ruolo di terapia di salvataggio da eseguire solo per un breve periodo di tempo nel momento di riacutizzazione importante della DA. Dal 2018 ad oggi si è verificata una vera rivoluzione della terapia sistemica della DA grave grazie all’arrivo delle nuove terapie biotecnologiche. Il primo che abbiamo iniziato ad utilizzare è dupilumab ( che inibisce sia IL 4 e IL13) oggi prescrivibile per la DA dai 6 anni in su, ma anche per l’asma bronchiale allergico e per la rinosinusite cronica con poliposi nasale.
Successivamente è arrivato un altro anticorpo monoclonale, tralokinumab (anti IL 13) e recentemente i jak inibitori (upadacitinib, abrocitinib). Queste terapie permettono un veloce controllo dei segni e sintomi di malattia nel breve e nel lungo termine. Gli anticorpi monoclonali (dupilumab, tralokinumab) sono terapie somministrabili per via sottocutanea, sono efficaci e con un ottimo profilo di sicurezza nel breve e lungo termine. I jak inibitori sono farmaci con somministrazione orale, efficaci con una veloce risposta sui segni e sintomi di DA; hanno un profilo di sicurezza cui prestare maggiore attenzione, richiedono infatti una buona selezione del paziente e un monitoraggio degli esami ematochimici prima e durante la terapia.
Presentiamo il caso di un ragazzo affetto da DA sin di primi mesi di vita, con importante aggravamento della dermatite atopica durante l’adolescenza, tanto grave che lo porta a interrompere gli studi, rinunciare alle sue passioni, come il trekking in montagna, e isolarsi in casa. La sua è una forma clinica suberitrodermica con eczema essudante su tronco arti, volto, mani e genitali associato a un prurito molto forte e addirittura dolore; inoltre c’è un importante stato infiammatorio con linfoadenopatie, per cui è necessario fare numerosi accertamenti per escludere una forma linfoproliferativa. Oltre alla dermatite, è affetto da patologie concomitanti di tipo atopico, come asma bronchiale allergica e allergia alimentare, con storia di shock anafilattici, tanto da essere costretto ad avere sempre con sé l’adrenalina pronta.
Confermata la diagnosi di dermatite atopica grave, ha iniziato terapia conciclosporina con un parziale beneficio, che però non è stato mantenuto nel tempo. Quindi nel giugno 2018 ha iniziato con Dupilumab, grazie alla possibilità di avere il farmaco in “uso compassionevole”. Al primo controllo, dopo circa 6 settimane, i risultati sono stati
sorprendenti: un netto miglioramento del prurito e del quadro cutaneo. Il miglioramento è stato progressivo nel tempo con remissione completa della DA e del prurito dopo 8 mesi di terapia, risultato che si mantiene ad oggi a distanza di 4 anni e mezzo.
Inoltre, ci sono stati un netto miglioramento dell’asma e dell’allergia alimentare. Oggi il nostro ragazzo è diventato un uomo, si è laureato, ha ripreso ad andare in montagna e a uscire con gli amici. La terapia ha permesso al nostro paziente di conquistare un’ottima qualità di vita, lui stesso racconta oggi di non essere più “dermocentrico” e
di sentirsi finalmente libero da quella “gabbia” chiamata dermatite atopica.
La ricerca continua e nuove molecole sono in fase di sviluppo con la speranza che un domani si possa disporre di una terapia personalizzata per ogni paziente, in grado di migliorare la dermatite ma soprattutto la qualità di vita delle persone affette da questa patologia.